I Canali

IL COMPLESSO SISTEMA DI CANALI
E TORRENTI AFFLUENTI DEL FIUME

L’idrografia del bacino del Fiume Sarno presenta un curioso sviluppo trasversale in direzione est-ovest con gli affluenti secondari fortemente gerarchizzati e paragonabili, per lunghezza e superficie drenata, al corso principale.

L’idrografia del bacino del Fiume Sarno presenta un curioso sviluppo trasversale in direzione est-ovest con gli affluenti secondari fortemente gerarchizzati e paragonabili, per lunghezza e superficie drenata, al corso principale. Il fiume Sarno propriamente detto è costituito da un’asta fluviale della lunghezza di 24 km a sviluppo completamente vallivo, con andamento pressoché naturale nella parte alta e canalizzato in quella bassa. Il tratto principale nasce dalla confluenza dei tre corsi d’acqua, alimentati dalle tre sorgenti del Sarno denominati Acqua della Foce, Acqua del Palazzo e Acqua di San Marino. I tre rii si originano dai piedi del rilievo carbonatico di Sarno in corrispondenza di altrettanti affioramenti sorgentizi. Il Sarno percorre la parte alta del suo percorso tra sponde naturali attraversando con andamento debolmente meandriforme le campagne di Striano, San Valentino Torio e Poggiomarino. A valle del ponte di San Marzano comincia il tratto arginato, prima in terra e poi prevalentemente in muratura, a partire dall’attraversamento urbano di Scafati. A valle di Scafati il fiume scorre con andamento pressoché rettilineo e, dopo alcuni attraversamenti ferroviari e stradali, sbocca in mare tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata. In corrispondenza del centro storico di Scafati sorge l’opera idraulica più importante rappresentata da un sistema di sbarramento in muratura con paratie mobili concepito nel lontano XVI secolo al fine di derivare dal corso principale il quantitativo d’acqua necessario a consentire il funzionamento di una batteria di mulini di proprietà del conte di Celano. Il rigurgito causato dalla traversa consentiva e consente tutt’oggi di alimentare in destra idraulica un canale denominato Bottaro, avente andamento sub-parallelo al fiume.

I canali

 Il canale corre pensile per una lunghezza di circa 6 Km e si reimmette nel Sarno a qualche centinaio di metri dalla Foce. Lungo il Canale Bottaro sono presenti numerose derivazioni laterali con un sistema di paratie manovrabili per uso irriguo. La traversa di Scafati, inizialmente concepita in legname e poi più volte ristrutturata, ha modificato radicalmente il funzionamento idraulico del medio e basso corso del fiume. Prima della sua realizzazione, infatti, il Sarno svolgeva efficacemente la sua funzione di drenaggio delle acque provenienti dalla piana circostante grazie alla fitta rete di canali di bonifica ed irrigazione, direttamente connessi al corso d’acqua. Dopo la sua costruzione, l’innalzamento del livello idrico e gli interrimenti a monte mandarono presto in crisi il sistema di drenaggio esistente, causando impaludamenti e la formazione di zone insalubri. Nonostante le numerose riunioni di commissioni tecniche tenutesi nel corso degli anni ed attestanti l’inopportunità dello sbarramento, mai nessuna decisione fu presa in merito alla sua definitiva demolizione. Occorrerà aspettare i primi anni del XIX secolo, nell’ambito delle grandi opere di sistemazione operate dai Borboni, prima di vedere risolta definitivamente la problematica della bonifica e della sanificazione della piana del Sarno.

La soluzione prospettata prevedeva la realizzazione di canalizzazioni in destra e sinistra al corso principale al fine di intercettare le acque della piana convogliandole, con un unico recapito, a valle della traversa di Scafati. In questo modo si realizzava la separazione definitiva tra le acque alte e quelle medio basse del bacino. Il risultato della sistemazione borbonica è attualmente visibile nei due controfossi realizzati alla destra e alla sinistra del fiume Sarno (Controfosso Destro e Controfosso Sinistro) collegati alla fitta rete di bonifica del medio Sarno e recapitanti nel corso principale a valle del centro di Scafati. Prima dell’immissione nel fiume Sarno i due controfossi confluiscono a formare un unico colatore denominato Rio Sguazzatoio.

La parte alta della piana del Sarno è drenata da un fitto sistema di canali di bonifica direttamente connessi al corso principale. I colatori più importanti sono ubicati in sinistra idraulica (fosso Imperatore e Rio San Mauro) e raccolgono le acque della campagna compresa tra San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno. In particolare, il Canale San Mauro, alimentato anche da un gruppo di sorgenti, è quel che resta del vecchio Migliaro, corso d’Acqua riportato dalle cronache come principale affluente del fiume Sarno. Notizie storiche sull’andamento del fiume Sarno descrivono un corso d’Acqua di tipo meandriforme; solo nei primi dell’Ottocento per bonificare le paludi esistenti presso la Foce e per consentire la navigabilità del fiume almeno fino a Scafati, i Borboni realizzarono la rettifica del corso originario seguendo il tracciato attualmente visibile tra Scafati e Pompei. In tale tratto il Sarno riceve il contributo del Canale Marna, altro colatore di bonifica, drenante le acque della campagna tra S. Antonio Abate e Santa Maria la Carità e che a sua volta riceve il contributo del Canale San Tommaso drenante le acque di Angri. A metà del suo corso il fiume Sarno riceve, in sinistra idraulica, il contributo dell’Alveo Comune Nocerino attraverso il quale pervengono gli apporti della parte più interna ed estesa del Bacino. Il corso d’Acqua della lunghezza di circa 10 km, risulta interamente canalizzato tra argini artificiali in terra e muratura ed è idraulicamente sconnesso dalla piana circostante, rispetto alla quale corre a quota superiore. Il colatore fu realizzato in epoca Borbonica nell’ambito delle opere di Bonifica dell’agro-nocerino. In particolare l’intervento fu concepito al fine di convogliare verso il Sarno le acque provenienti dai Bacini della Cavaiola e della Solofrana che fino ad allora allagavano liberamente la campagna. Allo stesso periodo risale la realizzazione della vasca di laminazione ubicata in località Cicalesi ed avente il compito di modulare le portate di piena provenienti da monte. La vasca, realizzata con argini in terra, si sviluppa in fregio all’alveo e ha attualmente una capacità di 70.000 mc. L’Alveo Comune Nocerino si origina dalla confluenza dei torrenti Cavaiola e Solofrana e, fino alla vasca Cicalesi, presenta un andamento sinuoso contenuto tra argini in muratura.

La confluenza dei due torrenti è uno dei punti più critici del bacino e la sua configurazione attuale è il risultato delle trasformazioni plano-altimetriche apportate negli anni al corso inferiore dei due torrenti affluenti. Attualmente le due canalizzazioni si uniscono dopo aver percorso un breve tratto l’uno affianco all’altro e leggermente sfalsate. A monte della confluenza si sviluppano i bacini secondari del Sarno. Il torrente Cavaiola è un alveo interamente artificiale che drena un bacino montano di circa 40 kmq. Il corso principale ha inizio nel territorio di Cava dei Tirreni dove riceve il contributo di alcuni valloni della zona omonima. Successivamente il corso procede incassato tra argini in muratura per una lunghezza complessiva di circa 4 km. L’attuale tracciato della Cavaiola scaturisce da un intervento di sistemazione operato dai Borboni nel XIX secolo che consentì la rettifica del corso originario e la connessione idraulica all’asta valliva del fiume Sarno. Precedentemente la Cavaiola seguiva un percorso completamente diverso ed intercettava la Solofrana nella campagna di Nocera Inferiore e Nocera Superiore.

Il torrente Solofrana è il principale affluente del Fiume Sarno che drena un bacino piuttosto esteso caratterizzato da un’altimetria anche significativa. Il corso principale si origina nella Conca di Solofra e procede per circa 20 km fino alla confluenza con la Cavaiola. Il primo tratto presenta un andamento meandriforme incassato tra sponde naturali prima di diventare interamente canalizzato con sponde in muratura a valle della frazione S. Pietro di Montoro Superiore. Nel corso degli anni il torrente ha subito numerosi interventi di sistemazione che hanno riguardato modifiche del tracciato, realizzazione di opere idrauliche di vario genere ed allacciamenti alla rete di bonifica. Al periodo borbonico risalgono le due biforcazioni esistenti a monte degli abitati di Mercato San Severino e Nocera Inferiore realizzate mediante due canali artificiali (rispettivamente San Rocco e Casarsano) di modesta sezione. All’altezza dell’impianto di depurazione dell’Alto Sarno, il torrente Solofrana subisce una deviazione di circa 1 km rispetto al corso originario. Il tratto è stato adeguato nell’ambito delle Opere Commissariali per il disinquinamento del fiume Sarno. Lungo il suo corso medio la Solofrana riceve il contributo del Rio Laura, in destra idraulica, e dei torrenti Calvagnola e Lavinaio in sinistra idraulica. Il Rio Laura attraversa la piana di Montoro Inferiore ed è alimentato periodicamente dalle sorgenti di Lasbo e Laura. I torrenti Calvagnola e Lavinaio drenano invece il bacino dei monti di Fisciano fino allo spartiacque del Fiume Irno. In passato la Solofrana era alimentata principalmente dal gruppo sorgentizio di S. Agata Irpinia, oggi praticamente esaurito.