Gli Impianti di depurazione

La pianificazione del disinquinamento del bacino del fiume Sarno è iniziata con il Progetto Speciale 3 (PS3),
per il risanamento dell’intero Golfo di Napoli nel 1973, con la suddivisione in tre comprensori depurativi:

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Il complesso depurativo “Alto Sarno” nasce come sistema composto dagli impianti di depurazione di Solofra, per il pretrattamento dei reflui delle industrie conciarie, e da quello di Mercato San Severino. La costruzione dell’impianto di Mercato San Severino ha avuto inizio nel 1985 e nel 1999 sono state avviate le prime sezioni di impianto; dal 2021 GORI ne cura la gestione.

La costruzione dell’impianto di depurazione di Castellammare di Stabia è iniziata nel 1990 e nel 1999 sono state avviate le prime sezioni di impianto; dal 2020, GORI ne cura la gestione.

Il comprensorio depurativo del Medio Sarno è stato invece ridefinito nel 1997 e poi nel 2003, individuando i seguenti sub-comprensori fognari e depurativi:

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La costruzione dell’impianto di depurazione di Scafati è iniziata nel 2001 e nel 2008 sono state avviate le prime sezioni di impianto; dal 2013, GORI ne cura la gestione. La costruzione dell’impianto di depurazione di Angri è iniziata nel 2001 e nel 2007 sono state avviate le prime sezioni di impianto; dal 2019 GORI ne cura la gestione. La costruzione dell’impianto di depurazione di Nocera Superiore è iniziata nel 2001 e nel 2006 sono state avviate le prime sezioni di impianto; dal 2019 GORI ne cura la gestione. 

I 5 impianti di depurazione del bacino del Sarno sono di tipo biologico a “fanghi attivi”, ovvero una sospensione in acqua, sotto forma di fiocchi, di biomassa attiva (batteri saprofiti, protozoi, amebe, rotiferi e altri microrganismi).

Gli impianti di depurazione a “fanghi attivi” si basano sulla riproduzione di fenomeni biochimici naturali; la tecnica consiste essenzialmente nel creare le condizioni necessarie affinché tali processi naturali possano compiersi in uno spazio limitato e in un periodo di tempo molto più breve. Così nei sistemi a fanghi attivati si riproduce in un limitato spazio il processo di trasformazione delle sostanze organiche che avviene naturalmente nei corsi d’acqua, nel mare e nei laghi. Pertanto, i trattamenti di ossidazione biologica possono essere considerati come degli ecosistemi artificiali in condizioni estreme.

I fanghi in eccesso vengono inviati alla linea fanghi, che permette la produzione di biogas e i necessari trattamenti di sterilizzazione. Gli impianti sono telecontrollati e gestiti da personale altamente specializzato, al fine di garantire la qualità delle acque restituite al Sarno.